Il piccolo detective (Ye JiKai)


In una città chiamata Genova, nel centro storico c' era una chiesa: Santa Maria di Castello, in cui si trovavano degli oggetti antichi che avevano un valore molto alto.
Una sera buia tempestosa, un ladro, entrando da un passaggio segreto scavato sotto terra, rubò la famosa statua del Cristo Moro e se ne scappò via senza lasciare nessun indizio.
Il giorno dopo il custode della chiesa chiamò i poliziotti e un detective.  Arrivarono subito e insieme a loro c' era un ragazzino che si chiamava Francesco ed era il figlio del detective.
La polizia decise di mettere le telecamere a raggi infrarossi perché sospettava che il ladro sarebbe tornato a rubare qualcos'altro .
Arrivò una notte di luna piena e i poliziotti e Francesco si nascosero dietro alle statue della chiesa; il ladro spuntò dal passaggio segreto ed entrò nella sacrestia dove prese un'antica bibbia ma i poliziotti lo videro scappare dalla sacrestia.
Durante la fuga, il furfante perse una mappa che indicava il percorso per raggiungere il castello del suo capo, ossia l' uomo che gli aveva ordinato di compire quei furti.
Francesco fu l'unico ad accorgersi della mappa, la raccolse dal pavimento, la studiò con attenzione e, poiché era molto coraggioso, decise di andare da solo a scoprire quel luogo misterioso: uscito dalla città attraversò dei campi, superò un fiume fino a raggiungere un bosco di pini molto fitti e decise di fermarsi a dormire sulla riva del lago che raggiunse poco dopo.
Tutto sommato, il ragazzino riuscì  a dormire, così, alle prime luci dell'alba, riprese il cammino ed arrivò ai piedi di una cascata.
La cascata scendeva giù da una montagna chiamata Monte Moro e, sulla cima, si vedeva il castello del ladro di opere d'arte; il monte gli fece ricordare una leggenda: un tempo vi abitava uno scienziato pazzo che faceva resuscitare i morti con l'elettricità.
Francesco entrò nella fortezza ma  fu subito sorpreso dal ladro che lo portò dal suo capo e lo rinchiuse in una prigione nei sotterranei. Francesco per fortuna aveva il cellulare, così  mandò un messaggio a suo padre, la polizia in breve tempo lo raggiunse, lo liberò ed arrestò i due malviventi.
Tuttavia sia il ladro sia il suo capo, non volevano rivelare dove era nascosta la merce rubata, così Francesco decise di cercare all' interno del castello. Cercò in tutte le stanze ma non trovò niente …. era così stanco! Sfinito dalla sua avventura, si sedette su una poltrona che si trovava davanti ad una libreria, si appoggiò sul bracciolo del divano e sentì come un CLIK, improvvisamente la libreria iniziò a spostarsi da un lato rivelando una scala che scendeva. Con la luce del cellulare, il piccolo detective,  illuminò il percorso e raggiunse quello che sembrava lo studio dello scienziato descritto nella leggenda: oltre a tanti strani oggetti e tante ragnatele, c' erano tutte le cose rubate!
Per questa impresa Francesco venne premiato dal sindaco con una medaglia e, da quel giorno, decise che da grande avrebbe fatto il detective come suo padre.